Anoressia: una difficoltà con…

L’anoressia consisterebbe nell’evitare il cibo ed è quindi considerata un disturbo delle abitudini alimentari. Vi sono due atteggiamenti: persone che rifiutano di mangiare oppure mangiano, ma vomitano subito dopo senza che gli altri se ne accorgano.

Gioca un ruolo importante la cultura generale che invita ad essere sempre perfetti, magri, in linea, giovani belli e felici. Molti ne fanno una bandiera di vita al punto di vedersi grassi anche con una magrezza da campo di concentramento.

Il picco d’incidenza degli anoressici è tra i 15 e i 19 anni. Intorno a quest’età, infatti, l’adolescente si trova a dover fronteggiare la sessualità e i cambiamenti del proprio corpo. Raramente insorge in epoca prepuberale, anche se in tali situazioni il quadro clinico risulterebbe più grave. Il disturbo si presenta raramente in donne oltre i 40 anni.

La diffusione dell’anoressia sembra essere di gran lunga maggiore nei paesi industrializzati, dove vi è abbondanza di cibo e in cui è enfatizzato il valore della magrezza. Questo disturbo anoressiadell’alimentazione si manifesta prevalentemente nel sesso femminile.

L’ingresso nell’anoressia nervosa passa, quasi sempre, dall’inizio di una dieta. In ogni caso, da un tentativo volontario di perdita di peso finalizzato a raggiungere quell’ideale di bellezza femminile tanto osannato dalla società moderna.

Il cibo e la sua assunzione ci porta alla relazione con la mamma, vera dispensatrice di nutrimento inteso anche nel senso più ampio. Ecco perché il picco in età adolescenziale, un momento delicato nel quale la giovane donna potrebbe entrare in una gara a primeggiare con la propria madre.

Qualora non si fosse sentita appoggiata, amata, capita dalla propria genitrice ecco che potrebbe entrare in un conflitto con ella che si riverbera in vari aspetti della vita attraverso invidie, gelosie, rabbie ed anche nel rifiuto a farsi nutrire da lei. Questa malsana relazione viene sovente nascosta o non enfatizzata, accusando un generico dolore di vivere di cui il rapporto con mamma è una parte.

Così come si nasconde il sintomo, negando anche il vomito auto indotto per permettersi di mangiare in gruppo senza far nascere dubbi. Ciò avviene anche al ristorante: la giovane a metà pranzo, va in bagno per liberarsi del pasto ingombrante senza dare alcun segno di disagio apparente.

Una magrezza elevata viene scambiata per bellezza, così da essere sempre più attraente rispetto alla genitrice. Dunque dietro l’anoressia esiste una discutibile rivalità con la mamma, percepita dalla figlia ma che non trova riscontro con la madre che, invece, cerca soluzioni al dolore della figlia. Trovare un equilibrio soddisfacente è difficile poiché qualunque decisione o azione viene rigettata, appena sopportata o mal digerita, una vera ribellione all’autorità materna.

Si comprende come mai le anoressiche siano quasi tutte donne: infatti la rivalità con  mamma è molto più sentita da una femmina, così come la relazione con il genitore omologo, cioè dello stesso sesso.

La soluzione, come intuita da molti, passa attraverso l’instaurare una differente relazione con la madre in particolare e con i genitori in generale così da sentirsi sorretta, amata e protetta, andando a sotterrare l’ascia di guerra.

Esempi di casi reali

Giovane sedicenne di famiglia molto agiata e in continua lite con la madre. La personalità materna veniva pesantemente subita. La ragazza si sentiva in prigione (nel caso una gabbia dorata) senza possibilità di agire il proprio potere.

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