Le vertigini, perchè arrivano?

Le vertigini consistono in un senso di mancanza di stabilità, giramento di testa associata alla paura di cadere.

A volte accade in certe determinate situazioni, come guardare verso il basso da un balcone, uno strapiombo, altre volte addirittura guardando verso l’alto con la sensazione di essere attirato verso il basso.

Altre volte tale percezione si manifesta passeggiando normalmente, anche in casa, perfino facendo una doccia. Ci sono anche persone che cadono di frequente persino senza vertiginiaccorgersene, si trovano sdraiate per terra senza sapere come ci sono arrivate.

La medicina ufficiale collega la sensazione di equilibrio con la stabilità e tale senso viene esercitato da un preciso punto nell’orecchio, il labirinto, che ha il compito di creare e mantenere l’equilibrio del corpo. La definizione di vertigine, infatti, è “una distorsione della percezione sensoriale dell’individuo.

Tale distorsione influisce sul movimento della persona dandogli un’errata percezione dello stesso, caratterizzato da perdita di equilibrio; frequentemente essa è di tipo rotatorio”.

La visione psicosomatica considera l’essere umano simile ad un albero: in esso le radici hanno una duplice funzione prendere il nutrimento e offrire stabilità.

Radici malate o mancanti impediscono alla pianta di sorreggersi cadendo a terra al minimo refolo di vento.

Una persona che tende a cadere, o che manifesta tale paura, manca di radici sufficienti a sorreggerla.

Tali radici sono rappresentate, nel nostro vissuto, dalla famiglia, la mamma in particolare, mentre per l’età più adulta esse sono identificate con tutto ciò che ci dà sicurezza, come la casa, il lavoro, il denaro.

Allora la chiave di lettura per una vertigine sarà un attacco di insicurezza o paura, di cui gli attacchi di panico sono un ulteriore rovescio della medaglia. La persona potrebbe sentirsi insicura, addirittura minacciata nella propria sopravvivenza.

Un litigio, o un abbandono con la propria madre, un disagio patito in famiglia, la perdita o minaccia di essere licenziati, un investimento errato, la possibilità di dover rinunciare alla propria casa, un futuro incerto sono episodi che potrebbero dare il via alle vertigini o a cadute improvvise.

Per coloro, invece, che soffrono sistematicamente di vertigini da anni, il significato non sarebbe collegato necessariamente ad un episodio specifico, quanto piuttosto ad un modo di vedere consolidato di come affrontare l’esistenza.

vertiginiSono individui tendenzialmente ansiogeni, dediti alla preoccupazione ed a tenere sotto controllo la propria vita come reazione ad una paura sottile, ma continua, di perdere ciò che si possiede: beni, sogni, aspettative, amici, salute, lavoro.

L’idea di fondo è che nella vita occorra difendersi ed essere sospettosi, perché la vita è pericolosa salvo prova contraria.

Le vertigini si combattono, quindi, con “flebo di sicurezza” andando a modificare la relazione con la vita, sentendosi sorretti laddove si avvertiva preoccupazione o paura.

Esempi reali

Donna di sessantacinque anni, pensionata sposata senza figli. Lasciato il lavoro ha iniziato ad avvertire vertigini, paura continua di cadere. Il marito, ammalato, non era di aiuto né pratico né economico e la signora si è sentita sola ed abbandonata, in balia degli eventi da cui non poteva sottrarsi.

Uomo che dall’età infantile fino ai settant’anni ha avvertito vertigini soprattutto da balconi, paesaggi montani, funivie. Orfano due volte di padre, ha avuto un’educazione rigida dalla madre sostituita dalla suocera. La paura delle novità lo obbligava ad una vita ripetitiva, garantendosi così una sicurezza di continuità.

 

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