Sovrappeso o sottopeso: solo cattiva relazione col cibo?
La prima considerazione attiene al tipo di vita che si conduce ed al lavoro che si svolge: un lottatore di sumo deve avere, per necessità lavorative, un “fisique du role” molto diverso rispetto ad una modella da sfilata di moda.
Inoltre assistiamo a fenomeni curiosi: persone che mangiano in grande quantità e non ingrassano, altre che sembrano lievitare appena sentono profumo di cibo. Quindi il peso non dipende in sé dalla quantità di cibo ingerito, anche se certamente aiuta. Inoltre, la cosa che ci interessa veramente non è il peso, bensì il volume che accupiamo, cioè la taglia esibita. Questo è ciò che ci disturba maggiormente.
Detto ciò andiamo ad approfondire i messaggi di chi ha parecchi chili in sovrappeso o, alla rovescia, sotto la sua linea di normalità personale, non stiamo toccando qui una tolleranza di qualche chilo in più o in meno e che fa parte del nostro quotidiano. Anch’essi sono un messaggio in sé, tuttavia troppo blando per essere riconosciuto e, soprattutto, non ne vale la pena.
Sovrappeso, ovvero eccesso di volume generalizzato, cioè distribuito in tutto il corpo:
l’individuo appare voluminoso, ingombrante, occupa spazio, magari anche quello altrui. Appare come se fosse un antico cavaliere medievale dotato di corazza, non di metallo, ma di ciccia e, quindi, l’individuo si sta difendendo tenendo lontano anche fisicamente un mondo che sente aggressivo nei suoi confronti, che non lo appoggia, ma anzi lo contrasta. L’approccio alla vita è tendenzialmente negativo, salvo prova contraria. Si tratta di una persona impaurita in generale, anche se non avesse un vero motivo per esserlo: è un filtro percettivo della vita in generale ed ovviamente questa impostazione lo porterà ad incontrare persone o situazioni che confermeranno tale credenza, il che andrà ulteriormente a rafforzare il pensiero di partenza. È un cane che si morde la coda.
Se il sovrappeso fosse concentrato nei fianchi e/o nelle gambe – in particolare creando la cellulite nelle donne – il messaggio sarebbe rafforzato: oltre che un’insicurezza generalizzata forse ci potrebbe essere la figura della mamma che non ha protetto come si sarebbe desiderato, oppure la famiglia che non ha difeso come avrebbe dovuto. Ovviamente tutto ciò è nella percezione dell’individuo poiché ogni genitore cerca di fare del proprio meglio per crescere un figlio nel migliore dei modi, anche se il risultato a volte è imbarazzante. Potrebbe anche essere un disagio sul lavoro che lo porterebbe a giocare in difesa, cioè a partire dall’idea che nel mondo lavorativo tutti ti vogliono fregare, salvo eccezioni. Infine anche la mancanza cronica di denaro come si vorrebbe potrebbe causare un sintomo di questo tipo.
Se fosse concentrato nell’addome ci potrebbero essere emozioni trattenute, non riconosciute addirittura, come paura o rabbia, sensi di colpa, rimorsi od altro ancora. Se fosse immagazzinato attorno al plesso solare, lo stomaco in particolare, il messaggio sarebbe un non sentirsi libero di essere ciò che si vorrebbe, ovvero un trattenersi nella propria personalità. Naturalmente tutto ciò come frutto di un’insicurezza di fondo, se non di paura.
Una persona sottopeso, il cui massimo effetto patologico è l’anoressia, non si sta permettendo di essere nutrita dalla vita, sovente mangia poco e male. Non si sente appoggiata, riconosciuta nel suo ruolo e di ciò ritiene responsabile la madre in primis. La metafora mostra una persona apparentemente fragile, magra, che non può portare o sopportare pesi, che non mostra né la propria femminilità o mascolinità. Forse si sente nel posto sbagliato, come un tondo in un mondo di quadrati, in ogni caso poco capita e accettata e con una grande quantità di emozioni soppresse che a volte esplodono più o meno frequentemente.
Comunque in entrambi i sintomi di sovrappeso o sottopeso, la persona vive una difficile relazione con il mondo attorno a lei reagendo difendendosi o nascondendosi a seconda della personalità. Quindi il passaggio indispensabile per ritrovare un maggiore equilibrio nella vita passa da un percorso di consapevolezza.
Donna di circa 30 anni, famiglia molto benestante, dichiarata dai medici sulla soglia dell’anoressia. La relazione con la mamma era pessima si sentiva comprata e manipolata invece che amata. Nonostante la madre l’amasse alla follia, ella non riusciva a vedere l’amore che le veniva offerto.
Uomo di 65 anni con evidente pancia di grande volume. Non si sentiva libero di mostrarsi fino in fondo per la proprie idee geniali e combatteva il mondo attraverso un grande ego abbinato a tanta logica. Questo lo rendeva molto forte apparentemente, ma fragile nel profondo, cosa evidenziata da gambe molto sottili in contrasto con il torace ingombrante: il classico gigante dai piedi d’argilla.