Ordine del giorno: SHARING!

Le modalità di consumo stanno cambiando, per molti sono già cambiate. Stiamo andando verso la condivisione sempre più spinta in ogni settore opposta al consumismo più sfrenato. Esso si fonda, spesso, sull’ostentazione, il mostrare e, di conseguenza, la necessità di cambiare spesso non per necessità,  ma solo per una moda, soddisfare un gusto, per apparire o puramente per noia o colmare vuoti interiori.

Così si spiega il fenomeno dei cellulari, che offrono aspetti e dettagli sempre più performanti che vanno a coprire le esigenze tra le più strane, ma spesso poco utilizzate per non dire quasi inutili. Eppure al lancio dei nuovi modelli, sempre a costi  crescenti e molto simili ai precedenti, assistiamo a resse disumane presso i centri commerciali. Questo diventa il trionfo dell’individualismo travestito da social.

Tuttavia questa modalità si sta modificando ed anche in maniera abbastanza veloce, dall’individualismo verso la collettività: è nata così l’idea dello sharing, il condividere, che non è solo un ripartire i costi, ma anche un avvicinarsi agli altri, dialogare, fare un pezzo di strada e passare del tempo assieme, abbattere muri divisori a vantaggio del contatto umano, integrare nel senso più ampio del termine, ma con una sempre maggiore consapevolezza, cioè uno spostamento reale di valori. Da un concetto generico con applicazione ristretta e personale, come semplicemente andare al lavoro assieme ad un collega, alla sharing economy il passo è stato breve.

Questa idea trova sempre più applicazioni in differenti aspetti del vivere: forse è iniziato con il carpooling, cioè condividere un tragitto in auto, vuoi per andare al lavoro assieme a biciclettedei colleghi per concretizzare un’esigenza reale in modo spontaneo, oppure per condividere parte di tragitti giornalieri da parte di pendolari.

Nelle periferie di alcune grandi città europee, come Barcellona, vi sono tratti di autostrada gratuiti purché vi siano almeno tre persone a bordo della stessa vettura. Queste scelte si abbinano con un altro cambiamento presso i giovani: una marcata diminuzione di interesse verso il prodotto auto, fino a pochi anni fa meta ambita di tutti i giovani, anche perché il costo di un’auto sia d’acquisto che di mantenimento, è il più importante nella vita di una persona, dopo quello della casa.

Questa iniziativa ha preso piede e si è trasformata includendo anche percorsi molto più ampi, coinvolgendo perfino persone che non si conoscono ed internet ha reso la cosa fattibile. Con blablacar è possibile, già da qualche anno, condividere viaggi in auto con persone che hanno la stessa meta.

Ci si mette d’accordo, ci si trova in un punto preciso e si parte condividendo i costi e incontrando persone che, altrimenti, difficilmente si sarebbero conosciute. Dopo l’arrivo è anche possibile scrivere una recensione sul compagno di viaggio o ulteriori dettagli utili, così che in seguito sarà possibile far combaciare sempre più le singole richieste ed

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Prototipo Tesla 3

abitudini.
Da anni nei principali comuni europei ed italiani si possono condividere biciclette che vengono rilasciate in appositi parcheggi dislocati in varie zone cittadine. Oltre a queste iniziative si è fatta strada in alcune città italiane una vera economia basata sulla condivisione di utilitarie, a volte elettriche.

Basta una carta di credito, un’app specifica che mi dice dove sono parcheggiate le auto da utilizzare ed il gioco è fatto: più a buon mercato di un taxi, più coinvolgente di un mezzo pubblico e nessun pensiero ulteriore, facile, vero?

Il cohousing è un’altra forma di sarin abitativo che si sta sempre più diffondendo, un nuovo modo di vivere assieme. Non si tratta solo di condividere lo stesso condominio, anche se realizzato con aspetti unici e peculiari, ma di una vera ripartizione e destinazione degli spazi comuni e, di conseguenza, uno stesso modo di vivere la comunità ed anche una visione della vita.

La struttura sorge già con una serie di spazi a disposizione del gruppo che si va a creare: spesso sono ristrutturazioni di edifici esistenti all’interno dei quali si delineano degli spazi privati individuali con altri in comune con utilizzo da destinare. Quindi i futuri condòmini si incontrano in una serie di riunioni per condividere sogni,

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Cohousing

desideri, necessità, obiettivi. Questo è il momento più delicato del cohousing nel quale alcuni decidono che questo non è il loro gruppo di appartenenza, non si identificano con le esigenze emerse, per cui abbandonano il gruppo stesso, ma nel contempo esso assume una sua identità con una personalità specifica.

Da quel momento parte il progetto di massima che prevede la realizzazione e destinazione delle aree libere e magari la creazione di eventi, incontri aperti ai condòmini, ma non solo. In pratica con l’identificazione della connotazione del gruppo si crea una suddivisione delle mansioni e si viene a creare una vita in comune che va ben oltre il semplice abitare nello stesso luogo.

In generale gli aspetti maggiormente aggreganti riguardano una visione autenticamente ecologica della vita e delle relazioni interpersonali. Sono così già nate, ad esempio, zone abitative per creativi, musicisti o artisti in genere, per i quali dedicare tempo alle arti diventa un’esigenza indispensabile, ma non sempre ben accetta nei condomìni tradizionali.
Condivisioni più sofisticate si ottengono in ulteriori ambiti sempre più complessi e tecnologicamente avanzati. La realizzazione di case passive fornisce degli spunti e delle basi molto interessanti.

Si tratta di case progettate in origine per contenere le perdite di energia mantenendo il più possibile la temperatura desiderata, il caldo nei mesi freddi e viceversa, facendo a meno dei sistemi tradizionali di riscaldamento o raffreddamento con ricadute positive sia sui costi di gestione che sull’aspetto ecologico. Questo è possibile con uno studio del progetto globale che inizia con l’ubicazione del terreno prescelto, il posizionamento della casa, la scelta dei materiali e gli obiettivi abitativi che i proprietari si sono posti.

Già in questo momento ci sono produttori di case che certificano, nei giorni più freddi dell’anno, una perdita di un solo grado di temperatura in dodici ore senza alcuna immissione di elementi riscaldanti. In questi casi è sufficiente preparare il pranzo, utilizzare elettrodomestici o la sola presenza degli esseri umani per innalzare la temperatura interna delle abitazioni. Un po’ più complesso riguarda l’aspetto del raffreddamento, ma si ottengono comunque

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Car Sharing

importanti risultati. È possibile abbinare elementi ulteriori di riscaldamento e/o raffreddamento per ottimizzare il tutto anche con l’uso appropriato degli elettrodomestici nelle ore migliori ed anche in alternanza tra loro, sempre  gestito da una centralina robotica in grado, anche a distanza, di accendere, spegnere, attivare a tempo determinato elettrodomestici o impianti elettronici di vario tipo.

Questo meccanismo funziona con l’ausilio delle corrente elettrica prodotta da pannelli fotovoltaici abbinati a pompe di calore che permettono la produzione dell’elettricità sufficiente per ogni esigenza. Ma questo è solo l’inizio. La ditta californiana Tesla, condotta dal geniale Elon Musk conosciutissimo creatore di PayPal, sta scommettendo sulle nuove tecnologie non solo a livello automobilistico producendo auto esclusivamente elettriche e rivoluzionarie come il prossimo nuovo modello 3, ma lavorando sull’integrazione spinta.

La ditta Tesla è arrivata alla creazione di case passive energeticamente autosufficienti capaci di ospitare ed integrare auto elettriche e di accumulare energia per la notte. In più si pone l’esigenza di destinare l’energia prodotta in sovrabbondanza. La cosa più ovvia e semplice potrebbe essere di mettere in rete differenti costruzioni limitrofe così da produrre energia per tutto il gruppo di case del circondario, ma si può andare oltre.

In alcuni comuni, come è il caso di Feldheim, in Germania, l’energia viene messa in rete sistematicamente offrendo energia rinnovabile di libero accesso a tutto il paese. Questa è  una precisa tendenza avvallata dalla nazione stessa: la Germania nel pomeriggio del 16 maggio 2016 ha sfiorato la produzione del 100% di energia con le sole rinnovabili, altri paesi stanno facendo pure meglio. Un ulteriore esempio di come, anche attraverso il contributo dei singoli, sia possibile ottenere un beneficio collettivo economico ed ecologico.

Lo sharing è un punto di riferimento chiaro in termini di valori etici, industriali, ecologici ed anche economici. Non lo si può ignorare, il futuro, anzi il presente, passa da qui.

Per saperne di più:

La Germania il 16 maggio 16 sfiora il 100% di produzione di energia con rinnovabili
http://www.qualenergia.it/articoli/20160516-domanda-elettrica-germania-un-pomeriggio-con-quasi-il-100-percento-di-rinnovabili

Ciclo integrato Tesla
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/31/tesla-arriva-il-ciclo-energetico-integrato-casa-auto-da-fonti-rinnovabili-al-100/3138795/

 Piero Alziamo- Energie rinnovabili in città  ed in architettura
https://books.google.es/books?id=bTdKAgAAQBAJ&pg=PA109&lpg=PA109&dq=energie+rinnovabili+in+rete+citt%C3%A0&source=bl&ots=rqeVIvjFsX&sig=61Jh_lPTogue-nOHzp83TO_MnkU&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjn_MKLlabRAhXCvRQKHamiAtoQ6AEIHTAA#v=onepage&q=energie%20rinnovabili%20in%20rete%20citt%C3%A0&f=false

Il caso Feldheim
http://www.nonsprecare.it/energia-rinnovabile-germania-feldheim

Car Sharing  www.blablacar.it per la condivisione dei viaggi in auto

Tesla 3 https://www.tesla.com/it_IT/model3

Cohousing http://www.cohousing.it/

di Franco Bianchi

Tratto da Karmanews

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