L’Amore incondizionato: intervista al Dott. Franco Bianchi a cura di Daniela Cavallini
Daniela Cavallini:
Caro Franco, con quanta goliardia ricordo i nostri incontri! Quante ore trascorse nel tuo studio ad analizzare sino allo sfinimento, la mia vita! Io con le mie convinzioni ed inconsapevolmente ossessionata dal controllo… Ricordi quando facemmo quel test per verificare come metaforicamente posizionavo le persone che facevano (e tuttora fanno parte) della mia vita? Ricordo ancora il tuo viso stupito nel dirmi “Daniela, ti rendi conto che sei come una leonessa che mette tutti in fila schierati e li controlla?” E ancora “tu sei innamorata dell’amore, ma l’amore non è quello che intendi tu”, fino a quando, un giorno, mi colpisti dicendomi: “con i tuoi pensieri crei la tua realtà”. Ed io? Beh, non mi dispiaceva essere una leonessa… innegabilmente ammaestrata al garbo…, quanto all’intendere l’amore… mi bastava ottenere quello che volevo… più o meno riuscivo sempre ad averla vinta. Ma quando pronunciasti quelle parole “con i tuoi pensieri crei la tua realtà”… accidenti, rientrai in ufficio pensando che, effettivamente, avevo paura di pensare! Quante volte ti ho telefonato… e Tu, devo ammetterlo, sempre paziente mi rassicuravi. Questo amarcord, tra il serio ed il faceto, ci introduce alla prima delle domande che più destano perplessità: cosa significa “essere innamorati dell’amore, ma l’amore non è quello che comunemente s’intende”?
Dott. Franco Bianchi:
Cara Daniela, è sempre difficile la sintesi di un argomento così vasto ed il rischio è di banalizzarlo, mentre l’amore è tutto fuorché banale. Fromm scrisse un libro magistrale, grande best-seller: “Essere o avere” e parlava esattamente di questo, anche se il tema era ancora innovativo all’epoca. Come vivere? Possedere l’amore, cioè averlo, oppure viverlo, cioé esserlo? Se identifico l’amore principalmente nella relazione affettiva – di coppia, ma anche genitoriale o filiale – occorre cercare di mantenere il più possibile in vita tale relazione, pena la perdita dell’amore, cosa per nulla desiderata.
Ecco la nascita del possesso, gelosie e manipolazioni a tutti i livelli: sono espressioni della paura di perdere l’amore. Essere innamorati dell’amore significa il voler mantenere in vita un legame affettivo a tutti i costi, di solito messo in atto da chi ha molto sofferto e non si é sentito amato come avrebbe desiderato.
Addirittura mantenere il legame affettivo diviene più importante dell’oggetto stesso del desiderio, la persona verso la quale stiamo indirizzando il nostro affetto. In una siffatta relazione la libertà nella coppia non é contemplata. Alla fine rischia di diventare un braccio di ferro tra i due contendenti da cui si esce solo sconfitti entrambi. Flaiano, noto umorista, diceva: “L’amore è paroline prima, parole durante e parolacce dopo!”.
L’alternativa é vivere l’amore, sentirlo in noi, assaporarlo ogni giorno. Sarà amore per la vita, per gli esseri umani, per se stessi, animali, piante… Questo genera pienezza, senso di gratitudine e gioia di essere qui in questa dimensione così imperfetta. Certo che dovessi anche vivere una relazione affettiva sarà molto meglio, ma senza il desiderio di manipolare l’altro, nè il volerlo cambiare, ma solo accettare. In questo caso amore e libertà vanno a braccetto. Se la vita dovesse portare ad una separazione sarà accettata con tristezza, ma non sarà la perdita dell’amore che, essendo uno stato dell’essere come il sentirsi libero, nessuno potrà privarmene. Quindi potrò augurare al mio ex partner le migliori fortune con affetto autentico e non di facciata.
Daniela Cavallini:
Che cosa significa “Amore incondizionato”?
Dott. Franco Bianchi:
Letteralmente senza condizioni, senza se e senza ma. Ti amo perché sei tu. Questo tipo di amore non ci é consono e siamo qui tutti quanti ad impararlo: infatti ciò che ci é noto é l’amore condizionato. Se mi ami faresti…. se non lo fai vuol dire che non mi ami. Da qui scaturisce la manipolazione, il cercare di modificare il comportamento altrui giustificando l’operato come un’ovvia verità assoluta.
Ma ognuno di noi ama a modo suo, e per ognuno quel suo modo é amore. L’unico, per lui. Amare incondizionatamente significa riconoscere le altrui modalità come quelle vere per l’individuo, quindi senza
alcuna necessità di volerle cambiare, pur non condividendole per nulla. Dunque non significa amare tutto e tutti per principio, ma il non voler cambiare le altrui opinioni o ergersi a portatori della verità assoluta. Riconosco la tua verità, ma non sono obbligato a starti vicino se il tuo comportamento mi fa stare male e preferirò amarti a distanza. In fondo l’amore é anche per se stessi in primis.
Daniela Cavallini:
L’amore è istinto… Come si può “imparare” ad amare incondizionatamente?
Dott. Franco Bianchi:
Iniziando da se stessi, imparando ad amarsi. Molti mi chiedono: cosa vuol dire amare se stessi? Per me é la via della felicità: una persona felice é una persona sana. (ecco il perché dello strano titolo del mio libro).
Significa badare alla propria salute, a vivere e godersi momenti di gioia che abbiamo in grande quantità, ma che spesso non vediamo perché occupati, come siamo, dagli obblighi quotidiani. La felicità é vivere al meglio anche le cose semplici di ogni giorno, come frequentare le persone che amiamo o mangiare i cibi che ci piacciono, ma anche vivere il nostro compito, il motivo per cui ci siamo incarnati, il che presuppone scocprire qual è questo motivo e cercare di viverlo. Se sono felice é bello stare con me: l’entusiamo fuoriesce da ogni poro della mia pelle, posso condividere gioia, comprensione e amore con tutti. Così, al contrario, é demotivante stare a fianco di un depresso.
Daniela Cavallini:
Come si concilia l’amore incondizionato con le problematiche di coppia?
Dott. Franco Bianchi:
Questo tipo di amore non é la soluzione per ogni coppia, bensì un modo per vivere felicemente in due qualora esistano le condizioni per una relazione felice. Non si concilia, ma é la vera – e forse unica – modalità di relazione profonda. E’ l’amore manipolatorio che deve essere adattato faticosamente, limando gli spigoli si usa dire, all’interno di una relazione e limitando così reciprocamente la libertà individuale.
Daniela Cavallini:
Come si esprime l’amore incondizionato a livello sociale? Significa subire senza alcuna reazione comportamenti sgraditi?
Dott. Franco Bianchi:
Come già ho indicato sopra non si tratta di accettare ogni situazione passivamente, non lo vedo come una rinuncia alla vita ed al proprio amor proprio a vantaggio di un’idea di amore idealizzato. La prima persona da amare sono io, e questo è inderogabile ed occorre ricordarselo bene, dunque l’amore va coltivato, ma occorre anche combattere per viverlo. Come è ovvio che questo ragionamento vale per ognuno di noi così che non mi sentirò al centro dell’universo a cui tutto è dovuto, ma, al contrario, mi sentirò inserito in un consesso di persone ciascuno al centro del proprio universo.
Dunque il primo principio dice che ho bisogno di stare bene, e la cosa vale anche per gli altri. Qualora in una relazione i principi di fondo inderogabili fossero molto diversi, le energie non potranno fondersi, saranno disarmoniche, si annulleranno tra loro e resterà solo che prenderne atto e separarsi. Non si tratta di cercare i colpevoli (di cosa in fondo?), ma solo di ammettere l’impossibilità di stare assieme vicini, anche se l’amore c’é. Se per un individuo fosse necessario sentirsi sempre il numero uno, mentre per il partner non si sentisse bene ad essere sempre il numero due, questo crea presupposti inconciliabili sebbene in presenza di un grande amore reciproco.
Daniela Cavallini:
Franco, Tu, fai spesso riferimento al nostro rapporto con i genitori e nel Tuo libro “Essere felici ora” li descrivi “i Totem della nostra esistenza”. Cosa intendi?
Dott. Franco Bianchi:
Konrad Lorenz, il grande etologo, parla di imprinting che gli animali hanno verso colore che reputano i loro genitori. L’uomo passa circa un terzo o poco meno della propria vita con i genitori: già questo fa riflettere e fa comprendere come questa relazione sia fondamentale. Di più: la relazione con papà e mamma non si esaurisce nel rapporto fisico con loro, ma si ribalta anche verso tutto ciò che essi rappresentano. Il papà é associato alle figure maschili, quindi é destinato a influenzare la scelta che una figlia farà verso un marito; ma anche é associato all’autorità, al coraggio, all’energia maschile. La mamma, invece, é associata alla figura femminile, quindi influenzerà la scelta della compagna per un figlio, ma é anche la sicurezza e tante altre sfaccettature. Dunque il ruolo dei genitori é fondamentale ed il sentirsi amati e sorretti da loro permette di avere solide basi per vivere una vita gratificante. Pertanto mantenere rancori o tensioni nei loro confronti fa del male soprattutto a noi e paghiamo tale tensione con disagi o infelicità. Questi meccanismi si attuano anche quando i genitori non sono più in questa dimensione terrena, per cui da queste dinamiche non se ne può scappare, ma solo affrontarle.
Daniela Cavallini:
Tu sei l’ideatore anche del corso “Love Heals” – L’Amore Guarisce – ovvero una tecnica di guarigione spirituale. Cortesemente ne fai un cenno?
Dott. Franco Bianchi:
Mente e corpo sono strettamente correlati, ormai non é in discussione: perfino la scienza con la PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) lo afferma senza tema di smentite da oltre quarant’anni. Questo stretto connubio sottende il fatto che un equilibrio interiore ci fa vivere bene e mantiene il corpo in salute. Per contro una tensione interiore, un disagio, uno stress prolungato o profondo manifestano i loro effetti dapprima attraverso emozioni e successivamente, con l’aumento dello stress, con malattie o disagi.
Come dire che prima si ammala l’anima ed il corpo successivamente. La malattia, così, diventa come una spia, un messaggio della presenza di una tensione interiore di cui noi sappiamo l’esistenza, ma a cui siamo abituati al punto da non accorgercene più. Guarire significa soprattutto andare a disinnescare la tensione interiore, così che il messaggio che il sintomo vuole evidenziare, venga meno. Come faccio a scoprire qual é il disagio interiore?
È il sintomo stesso a comunicarmelo leggendo una mappa che si basa sui Chakra, centri energetici che regolano lo scorrere delle energie sottili all’interno del corpo. Ad ogni Chakra, infatti, corrispondono precise parti del corpo: ogni sintomo non arriva mai per caso, ma é la conseguenza di una specifica tensione in una determinata e precisa area della nostra esistenza. Il processo di guarigione spirituale, proposto da Love Heals, consiste nell’apprendere la mappa del corpo come collegato alla coscienza ed a far scorrere l’energia laddove si fosse bloccata. In questo modo il sintomo scompare e non torna più.
Daniela Cavallini:
Un cenno al mondo della Metamedicina, nel quale mi hai introdotta e che poi ho approfondito con passione. La guarigione spirituale, cura anche i sintomi fisici?
Dott. Franco Bianchi:
Certamente. Se consideriamo l’essere umano come un’unica identità fatto di emozioni, corpo, mente e spirito le distinzioni non servono. Il sintomo fisico é solo la parte terminale di un processo, avviene quando la tensione é tale da superare una soglia di non sopportazione che é individuale. Così arriva la malattia che registra cellule ammalate, nervi che non lavorano, sostanze chimiche che mancano o sono in eccesso. Questo é il regno della medicina allopatica che ha come scopo ripristinare l’equilibrio perduto, non scoprire perché nasce la malattia. Infatti oltre un certo limite nessuno sa come un sintomo prenda il via.
A volte si pone l’accento sull’alimentazione, ma all’interno di una famiglia tutti mangiano le stesse cose, uno solo si ammala. A quel punto la medicina ha mostrato i suoi limiti e dovrebbero essere altre branche del sapere a proseguire il lavoro, come la psicologia, la teologia o perfino la religione. Occorrerebbe una scienza interdisciplinare che ci mostri un percorso e stiamo, in effetti, andando in quella direzione anche con la PNEI.
Daniela Cavallini:
Ritorniamo all’amore incondizionato. Cosa ritieni di suggerire a chi desidera intraprendere questo percorso, certamente appagante, anche se, per quanto mi riguarda, è stato molto lungo e tutt’oggi ben lungi dall’essere scevro da ricadute?
Dott. Franco Bianchi:
La nostra vita potremmo vederla come una gigantesca guarigione: siamo qui, in questa dimensione, per affrontare e risolvere dei temi importanti per la nostra vita, cosa che qualcuno descrive come Karma. Ognuno ha i suoi tempi e quando sentiamo dentro scoccare la scintilla della curiosità e della respondabilità, ecco che quello diventa il momento giusto per iniziare il cammino di evoluzione della coscienza.
Daniela Cavallini:
Sei stato come sempre esauriente ed io Ti ringrazio anche a nome dei miei Lettori e Lettrici.
Dott. Franco Bianchi:
Grazie a Tutti Voi.